Intolleranza al lattosio: tutto quello che c’è da sapere
- Sara Lellii
- 12 apr
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 17 apr
Cos’è il lattosio e perché può darci fastidio?
Il lattosio è uno zucchero presente nel latte e nei suoi derivati. Per poterlo digerire correttamente, il nostro organismo utilizza un enzima chiamato “lattasi”, che lo scompone in due zuccheri più semplici: glucosio e galattosio.
Ma cosa succede se questo enzima non funziona a dovere? Il lattosio non viene digerito e arriva così nell’intestino, dove viene fermentato dai batteri, provocando fastidiosi disturbi come gonfiore, crampi, diarrea e meteorismo. In questo caso, si parla di intolleranza al lattosio.
Le cause dell’intolleranza al lattosio
L’intolleranza al lattosio può avere diverse origini:
1. Genetica (primaria): la più comune. In molte persone l’attività della lattasi diminuisce naturalmente con l’età.
2. Acquisita (secondaria): può derivare da infezioni intestinali, celiachia o malattie infiammatorie intestinali (come il morbo di Crohn) che danneggiano la mucosa dell’intestino.
3. Congenita: molto rara, presente fin dalla nascita a causa di una mutazione genetica.
I sintomi più comuni
Se dopo aver consumato latte o latticini accusi uno o più di questi sintomi, potresti essere intollerante al lattosio:
- Gonfiore e crampi addominali
- Flatulenza
- Diarrea
- Nausea
- Mal di testa
- Stanchezza o senso di spossatezza dopo i pasti
La gravità dei sintomi varia in base alla quantità di lattosio ingerita e alla sensibilità individuale.
Come si diagnostica?
1. Breath Test (test del respiro all’idrogeno)
Misura la quantità di idrogeno espirato prima e dopo l’ingestione di lattosio. È il test più usato, ma ha alcuni limiti (non è adatto ai bambini e non distingue le cause dell’intolleranza).
2. Test genetico
Analizza il DNA per verificare se si ha una predisposizione genetica alla ridotta produzione dell’enzima lattasi. Si esegue facilmente con un tampone buccale, non è invasivo e fornisce risultati permanenti.
Spesso, unendo i due test si ottiene una diagnosi più completa.
È necessario eliminare del tutto il lattosio?
Non sempre! La buona notizia è che molte persone intolleranti tollerano piccole quantità di lattosio senza problemi. Ad esempio:
- Fino a 250 ml di latte al giorno (circa 12g di lattosio)
- Formaggi stagionati (come Parmigiano Reggiano) contengono pochissimo lattosio
- Yogurt e latticini fermentati spesso sono ben tollerati
Inoltre, esistono enzimi lattasi in compresse che aiutano la digestione del lattosio, e alimenti delattosati facilmente reperibili al supermercato.
Il ruolo del microbiota
Alcuni studi hanno dimostrato che una dieta con piccole dosi di lattosio introdotte gradualmente può aiutare il nostro intestino ad adattarsi, migliorando i sintomi grazie a una migliore composizione del microbiota intestinale.
L’uso di prebiotici specifici, come i galatto-oligosaccaridi, può favorire la crescita di batteri “buoni” che aiutano nella digestione del lattosio.
Consigli pratici per convivere con l’intolleranza
- Scegli latte senza lattosio o bevande vegetali (soia, riso, avena)
- Preferisci formaggi stagionati (Grana, Parmigiano, Pecorino)
- Evita prodotti contenenti “lattosio nascosto” (leggi bene le etichette!)
- Associa i latticini ad altri alimenti per rallentare la digestione
- Introduci il lattosio a piccole dosi, magari suddivise nella giornata
Conclusioni
L’intolleranza al lattosio non è una condanna. Con un’alimentazione equilibrata e personalizzata, è possibile mantenere una dieta varia e completa, senza rinunciare al gusto e alla salute.
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